Una forma semplice e archetipa diventa la reinterpretazione di oggetti tradizionali come il fermacarte e il fermaporte che ancora oggi troviamo nei nostri spazi quotidiani di vita e di lavoro. Sono piccoli gesti che interagiscono con l’ambiente o con lo spazio personale, interventi minimi che aggiungono qualità al quotidiano. Diverse scale e matericità definiscono la funzionalità di questi strumenti che, come una punteggiatura nella scrittura dello spazio, indicano un senso di appartenenza. Due elementi in marmo, tra i materiali simbolo della sperimentazione formale di Danese, che grazie alle caratteristiche intrinseche del materiale fungono da fermacarte e fermaporte. A questi si affianca la nuova matericità del sughero in un elemento più piccolo che fissato al pavimento blocca il fine corsa del movimento di apertura della porta.